Gareggiare

Il senso di una Gara Barbecue

Nel silenzio ovattato del campo gara illuminato dalle prime luci del mattino, il crescente e austero succedersi dei rintocchi di una campana a lutto diventa sempre più percepibile.
Gli strascichi delle poche ore di sonno, per la prima volta nel weekend fanno riaffiorare nella mente le voci di chi non può capire. Essere qui significa rinunciare: soldi, tempo, sonno. Tanto sonno. E quelli a cui l’hai raccontato non sanno nemmeno tutti i dettagli. Non capirebbero, come gia non capiscono. Il rinunciare a due giorni di ferie e all’unica domenica di riposo, lo spararsi 800 chilometri di notte all’andata e al ritorno, il montaggio e lo smontaggio di una postazione più simile ad un trasloco che ad un campeggio, una gara della durata di 30 ore con in palio molto spesso una stretta di mano o poco più, le 4 ore di sonno in due notti. Devo ammetterlo: dovessi guardarmi con occhi esterni probabilmente anch’io mi giudicherei un po fuori di testa. Ma è solo un attimo.

Concentrazione in GaraD’improvviso il ruvido e familiare suono di una chitarra solista va ad aggiungersi all’insieme. Sapevo sarebbe arrivata eppure riesce a sorprendermi ogni volta.
I taglieri sono disposti, i coltelli allineati al loro fianco con la lama tirata a pietra, secondo un rituale simile alla carica dell’orologio della festa subito dopo aver indossato il vestito delle grandi occasioni. Sai bene che quel gesto non avrà alcuna influenza sull’esito della giornata ma ne assecondi l’illogicità, consapevole che te la farà affrontare con la necessaria sicurezza.
La voce stridula di Brian Johnson attacca Hell’s Bells e io alzo il volume: niente mi concentra più di una canzone degli AC DC e d’improvviso tutto si incanala nuovamente nei giusti binari.

Riemerge viva la sensazione del Silent Time della notte precedente, il momento che amo di più. Quando il clamore della sagra lascia improvvisamente spazio alla sobrietà della gara, in ottemperanza alle rigide regole KCBS, come a volerti ricordare perché sei lì. La musica cessa e nel buio ormai conclamato, i fuochi dei bracieri fanno da teatro ad una goliardica quanto intima cena tardiva e da contesto ideale alla condivisione: emergono dolci tipici della contea del nonsodove, carni che conosci a memoria abbracciate a ricette che le vestono in un maniera del tutto nuova oltre ad una serie infinita di bevande tradizionali che con la sobrietà non hanno nulla a che fare ma che hanno la capacità unica di avvolgere anche le fresche notti delle competizioni autunnali in una calda e rassicurante coperta di cui alla lunga non riesci più a fare a meno. Una gita notturna presso una gara barbecue dovrebbe essere resa obbligatoria a chiunque voglia capire il vero significato della parola “Europa”.

Pork Box in GaraLe sovracosce scivolano via leggere. I gesti sono ormai più un rituale che una procedura. Eppure sai che le piccole gocce di attenzione che accompagnano ogni gesto costituiranno il mare di differenza tra un ruolo da protagonista ed uno di secondo piano. Il resto è un susseguirsi di eventi che riescono ogni volta a risultare sempre nuovi nella loro ciclità: la palpitante frenesia dei turn in, la devastante spossatezza che ti assale quando devi smontare la postazione, l’elettrizzante emozione delle calls. Se ci si pensa, nulla di nuovo rispetto a quello che vivono i partecipanti ad altri contesti competitivi in fondo, però qui è diverso. Il barbecue si porta dietro le umili e semplici origini da cui è nato, una sorta di rustica quanto sincera etica contadina che vivi la prima volta come un contorno ma che ti accorgi poi esserne la vera anima. Le gare barbecue sono per il mondo della cucina quello che il rugby è per lo sport: il tuo più acerrimo rivale sarà il primo ad aiutarti se avrai bisogno di qualcosa, tutti vogliono vincere ma saranno i primi ad abbracciarti se a vincere sarai tu.

Amo tutto questo e come sempre accade alle cose belle, finisce troppo in fretta. Per un attimo ripenso, per la seconda volta nel weekend, a chi non può capire e d’improvviso un leggero sorriso si inarca sulle mie labbra. Sono contento che sia cosi. Questo è il nostro piccolo e folle mondo dove tutto ha un senso agli occhi di chiunque voglia assaporare i valori veri ed autentici. E come tutto ciò che vale davvero, non può essere per tutti.

Salgo in macchina, mi aspetta un lungo viaggio. Lascio che le ultime note di Rock and Roll ain’t Noise Pollution sfumino prima di cambiare album. E’ tutto appena finito, sono devastato e gia non vedo l’ora che ricominci. Magie del Barbecue.

Partenza dalla Gara

 

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