Il racconto della gara di Zbilje
Il BBQ Open è stata la prima competizione KCBS in Slovenia e una delle gare più comode per noi italiani, essendo situata a pochi chilometri dai confini orientali del nostro paese. Due condizioni che hanno reso la nostra partecipazione quasi obbligata, sebbene fossimo in formazione ridotta trovandoci a dover gareggiare per la prima volta con soli due membri e che hanno fatto si che sul campo gara trovassimo molte squadre connazionali, con molti nomi ormai ricorrenti e qualche piacevolissima new entry.
La location, come abbondantemente annunciato nelle premesse, era davvero da urlo, sulle rive di uno splendido lago, a ridosso di una stazione balneare e di un ristorante e la Slovenian Barbecue Society ci ha messo del suo completando l’opera con un’organizzazione di prim’ordine, curata nei minimi dettagli. L’unico rammarico è per le condizioni climatiche che con due giorni di pioggia ininterrotta non hanno valorizzato quella che era sicuramente una delle gare più caratteristiche della stagione.
Dal punto di vista sportivo siamo moderatamente soddisfatti della nostra partecipazione al BBQ Open e portiamo a casa due walk su Pork (3i) e Brisket (5i) per un buon 8º posto overall. Non possiamo che fare i nostri grandissimi complimenti agli amici Brig Boys, capaci di portarsi a casa due Grand Champions in otto giorni, dopo quello di settimana scorsa al IBC e ai grandi Dragon BBQ che con questo Reserve Grand Champion confermano la loro splendida stagione.
Chiudiamo con la consueta classifica delle cinque cose che portiamo a casa da Zbilje:
- Nemmeno il tempo di sistemare le attrezzature e la gara comincia già in modalità thrilling. In queste due stagioni questa è stata la prima gara in cui non ho potuto essere presente per impegni lavorativi. Avendo fatto molte gare nella mia precedente esperienza competitiva, in una squadra in cui utilizzavo il codice di un Head Chef fisicamente raramente presente, sono rimasto molto stupito quando mi hanno informato che dalla nascita del I-TOY, la maturazione dei punti di squadra è vincolata alla presenza del capitano salvo motivi dimostrabili. Sono seguite alcune ore di limbo durante le quali è stata chiesta e ottenuta la deroga necessaria. Da quello che mi è stato poi detto sembra si tratti di una prassi abbastanza consolidata per evitare la doppia partecipazione dei team ma per mia ignoranza le mie coronarie sono state messe a dura prova: don’t try this at home!
- Considerando gli impegni ed i tempi lavorativi di tutti, non si può dire esattamente che di solito le trasferte delle nostre gare siano di natura turistica. Solitamente salvo rare e piacevolissime eccezioni si mangia qualcosa di improvvisato all’autogrill o in qualche locanda di fortuna che sta per chiudere, si arriva a notte fonda del venerdì buttando giu il campanello della reception del hotel per farci dare la chiave della camera, si dorme qualche ora e il sabato si va a gareggiare. Come detto però, questa è la prima volta che manco in due anni e i miei compagni di squadra hanno pensato bene con la complicità di Federico Dal Lago, di fare i simpatici trasformando ogni pasto in un banchetto luculliano e mandandomi le foto come sfregio. Nell’ordine si sono fermati all’andata del venerdì in una trattoria lungo la strada a mangiare bolliti, alla mattina del sabato colazione in pasticceria, pranzo di pesce al ristorante e colazione con crepe al cioccolato alla domenica mattina. Dalla prossima competizione naturalmente, si tornerà alla Rustichella fredda dentro ma rovente e secca fuori e alla Peroni congelata…. Bastardi 😀 .
- La prima e unica volta che sono stato in Slovenia è stato molti anni fa, per una vacanza nell’inverno del 2003 e mi aveva molto impressionato per gli intensi e verdi scorci naturali, il rigore e la pulizia delle strade e delle città, la semplicità delle persone. Vedere le foto dei team coinvolti e sentendo la descrizione del paesaggio dei miei compagni di squadra durante il viaggio (si lo so, li tormento al telefono) mi ha fatti rivivere ciò che avevo visto allora. La Slovenia è bellissima, ragazzi. Se vi capita andateci perché ne vale davvero la pena.
- Una delle cose che ci è piaciuta di più del BBQ Open è l’organizzazione. E’ chiaro ed evidente dalla scelta della location, che le aspettative fossero per un clima quasi estivo, vissuto prendendo il sole settembrino sulle sdraio davanti al lago e al placido nuotare dei cigni. Invece sono stati due giorni di diluvio. Ma è in questi casi che emerge la bravura dell’organizzatore: scatta il Piano B e il campo gara, previsto inizialmente sul prato antistante il lago, viene spostato sul parcheggio, prudenzialmente fatto lasciare libero dai mezzi. I team hanno evitato di gareggiare con i piedi immersi nel fango e avevano a loro disposizione un open bar/birreria, rustico e accogliente, dove potersi ristorare. A volte basta poco.
- Come era già successo a suo tempo alla gara di Bardonecchia, non possiamo che constatare (felicemente) che siamo un popolo che ha mille difetti e forse di più ma quando c’è da fare aggregazione siamo bravi. Anche in questa gara, come in tutte quelle dove c’è stato un elevato numero di team italiani, è nata una Little Italy con il solito ritrovo e assaggio notturno di piatti di ogni genere, specialità nella quale i Weber Shop Modena e gli Italian Style sono ormai dei porta bandiera assoluti.
Adesso un mesetto di pausa e poi decima e ultima tappa della nostra stagione, un Ungheria, a Tàllya per il Tàllya Master Series of BBQ.