Smoke in the North III

Lo Smoke in the North è una competizione che ha un fascino particolare e che ha attirato la nostra curiosità fin dalla sua prima edizione. Parteciparvi è stata quindi una particolare soddisfazione. La location unica, all’interno del Golf Club nel quale Thomas e Jenny dei Flaming Pig gestiscono il loro Barbecue Restaurant, l’inconfondibile algido e limpido contesto dei paesi scandinavi, l’orgoglio di essere stati il primo team italiano a parteciparvi sono tutti fattori che hanno contribuito a rendere unica questa esperienza.

Certo, non si tratta di una trasferta semplice ne economica per chi come noi, parte dall’estremità opposta d’Europa ma ne è valsa assolutamente la pena. Per la prima volta abbiamo fatto il cosiddetto “Trolley Barbecue”, il viaggio in aereo portandosi lo stretto indispensabile per poi reperire ciò che manca in loco, in primis gli Smokers e il gazebo tramite acquisti, noleggi o l’aiuto della Barbecue Family. In questo senso siamo stati più che coccolati: tramite l’aiuto degli stessi Flaming Pig, degli European All Star, dei nostri simpaticissimi amici e vicini di postazione, i Pure BBQ e del fraterno supporto di Scott e Lyndz dei Miss Piggy’s BBQ, siamo riusciti a gareggiare in condizioni molto simili a quelle che avremmo avuto muovendoci con un nostro mezzo.

Un’ulteriore novità (almeno per noi) è stato il Lucky Pot Dinner, il tradizionale rinfresco riservato dall’organizzatore ai team il sabato sera. Per la prima volta ci è capitato di partecipare ad una formula molto intelligente oltre che emotivamente coinvolgente: tutti i team ad un’ora prestabilita portano una propria preparazione a scelta al patio esterno del ristorante e poi si condivide tutto insieme. Molto bello. Noi abbiamo condiviso la preparazione con la nostra amica Petra: un gigantesco sandwich contenente strisce di flat iron steak, cipolle caramellate e cheddar.

In questa gara come ci è capitato altre volte in stagione, il nostro barbecue non ci ha soddisfatto appieno. Accogliamo quindi molto positivamente il nostro ottavo posto overall ma soprattutto il terzo posto con il Brisket del buon Fausto. La gara si conclude con il meritato successo dello straordinario Bad Byron di ButtRub.com e con il RGC per i Free Range BBQ.

Vi salutiamo con l’elenco delle dieci cose che portiamo a casa da Gunnilse:

  1. Sapevamo di una cultura nordica dove il barbecue è più presente ma non immaginavamo tanto: anche il più piccolo supermercato ha due metri di banco frigo dedicato a Ribs e Pulled Pork confezionati con tanto di salse barbecue lavorate fresche. Nel reparto rosticceria poi potete trovare ribs appena cotte e pronte per il take away.
  2. Solitamente riferendosi ai campi da golf si sente parlare di “tappeto verde”. Dopo averlo visto e toccato, troviamo l’espressione molto riduttiva: il livello di compattezza ed uniformità di un Green è davvero difficile da descrivere a parole
  3. Il Ristorante di Thomas e Jenny definisce un format che in Italia non esiste: è un po’ bar, un po’ salotto, un po ristorante, un po bbq shop, un po self service. Ricorda per atmosfera con le debite proporzioni, quei negozi di libri di Londra nei quali è possibile leggere i libri prima di acquistarli, comodamente seduti su una poltrona sorseggiando un cappuccino.
  4. Il mito del sole che non tramonta mai nell’estate scandinava è un pochino esagerato. In realtà si tratta di un tramonto lungo e tardivo e un’alba piuttosto precoce. Per il resto la notte, non è molto diversa dalla nostra, solo decisamente più corta e più fredda.
  5. Le distanze logistiche rendono molte squadre scandinave poco presenti nelle classifiche. Abbiamo però visto squadre molto ben attrezzate, che fanno dell’ottimo barbecue e che meritano i migliori palcoscenici
  6. Molti team (tra cui noi) hanno chiesto il supporto logistico di Thomas soprattutto per ciò che riguarda la fornitura degli smokers e lui è riuscito a soddisfare tutti. Ci è capitato di vedere la stessa cosa altre volte ma difficilmente con la varietà di dispositivi messa in campo allo Smoke in the North. Thomas ha praticamente di tutto: cabinet, gravity, bullet smokers, pellet, di tutto, con pezzi anche di un certo valore.
  7. Il soggiorno del venerdì è quello successivo alla gara, della domenica ci ha fatto riscoprire l’esperienza dell’ostello con un paio di decenni di ritardo. Dobbiamo dire che la proverbiale avvenenza della popolazione femminile locale ha reso più che sopportabile l’esperienza delle camerate con doccia in comune. Nella loro semplicità il livello di pulizia ed organizzazione è comunque incredibile con tanto di codici di entrata e porte delle camere a gestione elettronica.
  8. Se andate a Göteborg dovete fare l’esperienza gastronomica di visitare una pescheria. Oltre al classico pesce fresco troverete sui banchi molte varianti di piatti ready to eat, alcune davvero particolari come la torta di pesce in diverse varianti. Ovviamente troverete una grande scelta di pesce affumicato. Vi consigliamo caldamente di assaggiare i bocconcini di Salmone affumicato in tutte le sue versioni, allo champagne, al Chily, alla Cipolla, al Pepe, serviti rigorosamente nel cartoccio da streetfood.
  9. Per ringraziare Thomas e Jenny dell’ospitalità abbiamo pensato di regalare loro dei prodotti gastronomici eccellenti della tradizione italiana e siamo caduti su un Reggiano 30 mesi e su un Extravergine ligure. Li abbiamo acquistati, imbarcati e conservati fino al nostro arrivo il sabato al campo gara, salvo poi scoprire con nostra grande sorpresa che Olio e Grana (oltre a tantissimi altri prodotti italiani) sono reperibili molto facilmente in Svezia, addirittura con etichette di gran pregio e con prezzi assolutamente concorrenziali ai nostri. Paradossale in particolare il Grana che abbiamo portato: lo stesso identico prodotto era disponibile al supermercatino del quartiere a pochi euro in più di quanto lo avevamo pagato noi. Figuraccia.
  10. L’approccio nordico alla vita notturna è un qualcosa che un europeo del sud fatica davvero a comprendere. Dopo le 20 è praticamente impossibile trovare un ristorante che abbia ancora la cucina aperta. Il locale rimane aperto da lì in poi e fino a tarda ora ma solo per servire da bere. Allo stesso tempo è però tutt’altro che raro vedere bambini al di sotto dei 10 anni, vispi e allegri passeggiare con i genitori ad orari che per noi sarebbero inconcepibili.

E anche la Svezia è felicemente archiviata. Alla prossima tappa, si gareggia a non più di due ore da casa. È il turno del Brixia!

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