Come Relazionarsi da e ai Vegetariani nelle Grigliate
Rispetto alle grigliate di quando eravamo ragazzi è cambiato tutto. Sono cambiati tempi, i modi, le abitudini. Sono cambiati i criteri di scelta della materia prima e oggettivamente comincia ad esserci un po’ più di consapevolezza delle tecniche di cottura. Ma credo che l’impatto più grande sia stato quello relativo alle restrizioni alimentari: una volta la scelta poteva essere tra la costina, la salamella o lo spiedino (tanto erano rigorosamente bruciate e avevano tutte lo stesso sapore). Quello c’era e quello mangiavi. Oggi potenzialmente ogni partecipante potrebbe avere una qualche limitazione alimentare che complica notevolmente le cose al griller. Alcune di carattere salutistico: intolleranze al glutine o ad altri ingredienti ormai sono all’ordine del giorno. Quindi niente bruschette, magari niente melanzane o altri ingredienti specifici. Altre di natura religiosa: oggi chi non ha un vicino, un amico o un collega mussulmano? Quindi niente maiale. Ma se chiedi al griller la limitazione più rognosa da gestire, ti risponderà sicuramente le restrizioni di natura etica, quindi l’essere vegetariani o vegani.
In realtà per quella che è la mia esperienza, si tratta concettualmente di una convivenza non cosi complicata come la si vuole dipingere. Come in molti altri ambiti della vita, e in particolare delle regole di convivenza civile, è più che altro una questione di buon senso da ambe le parti. Proviamo allora a stilare insieme un indice di comportamento reciproco corretto che consenta di rendere felice e piacevole l’esperienza una grigliata con ospiti vegetariani o vegani.
ESSERE VEGETARIANI AD UNA GRIGLIATA
Io ad esempio, ho diversi cari amici di una vita, di quelli con i quali hai speso vacanze, matrimoni e nottate di bagordi, che sono vegetariani (alcuni addirittura vegani). Può apparire sorprendente sia cosi a causa dei “reciproci ruoli” ma non lo è ed è proprio qui il punto. Non per voler giocare a fare Freud con la mente degli altri, ma io credo fermamente che molto dell’argomento di discussione sia legato al fatto che per l’ospite in questione, l’essere vegetariano rappresenti una scelta etica oppure una presa di posizione. Apparentemente può sembrare lo stesso concetto espresso in due modi diversi, ma non è esattamente cosi.
Una scelta etica ha come focus la propria persona e riguarda appunto la propria sfera ideologica:
secondo me questa cosa è sbagliata e per MIA coerenza nella MIA vita non ci deve entrare
secondo me questa cosa è sbagliata. Tu la fai abitualmente e quindi la MIA posizione è opposta ed in contrapposizione alla TUA. Ergo: TU sei “sbagliato” perché IO sono “giusto”.
Si può avere del formaggio? Si sono vegano ma con il formaggio è più buono…
Sono vegetariano solo sulla carne, il pesce non c’entra…
Cheeseburger? Dai, metticele due fette di bacon! Si sono vegetariano ma recupero domani…
No no, i gamberi posso. Sono vegetariano sugli animali “grandi”…
Un altro esempio che cito sempre in questi casi per far capire il problema: nel 2017 avevo conosciuto il rappresentante di un’associazione di vegetariani locale che lamentava l’assenza di materiale specifico sulla cottura in griglia pensata per Vegetariani. Allora all’interno di un panorama corsi perennemente sold out, ho voluto caparbiamente inserire il primo corso barbecue Vegetariano, ho contattato il tizio e glielo ho segnalato. Risultato: corso annullato con NESSUN iscritto (nemmeno il tizio!). Allora in questo caso cosa significa partecipare ad un corso barbecue per vegetariani? Voler capire come migliorare la propria esperienza e potersi integrare con chi fa scelte diverse, rispettandosi reciprocamente? Oppure “andare nel territorio del nemico, dei mangiatori di cadaveri“? Giammai!”
E qui viene il punto: generalmente ad una grigliata a cui partecipano rappresentanti della scelta etica, tutto scorre semplice. Sono solitamente quelli “sereni” e tolleranti, stanno contribuendo ad una causa per loro giusta ed importante e questo gli basta. Questo articolo serve ovviamente quando partecipano i rappresentanti della presa di posizione. E allora due regole base: nessun consumatore di carne si sognerà mai di tentare di convincere nessuno a mangiarla e la prima cosa da capire è che (soprattutto se si è ospiti) ci si aspetta che la stessa cortesia venga ricambiata dai vegetariani. Una grigliata è un’occasione di ritrovo e di festa. Presentarsi “incazzosi” o peggio, tentare di affermarsi facendo il “testimone di Geova”, oltre a non portare alcuna “conversione”, ha come unica conseguenza il fatto che alla volta successiva, magicamente il proprio nome sparisca dalla lista degli invitati. Anticipo una possibile classica obiezione, del tipo: “tanto meglio cosi!”. Ma allora perché ci sei andato la prima volta…?
Parlando più strettamente del menù, ci si deve rendere conto che una scelta cosi radicale comporta dei sacrifici. Ci si deve necessariamente adattare un po’, rendendosi conto che si è l'”eccezione” al menù e non la regola. Casa di chi vi ospita per altro non è un ristorante e non si può pretendere che si comporti come tale: non è che ha in carta l’alternativa vegetariana, e più probabilmente si inventerà qualche cosa che di fatto per lui è una preparazione in più alle cose che già deve fare. Sei poi si è vegani, ci si deve rendere conto che realizzare piatti vegani in genere ma in griglia in particolare, non è semplice, le limitazioni sono troppe. Quindi in entrambi i casi, se ritenete di non poter accettare qualche compromesso, è buon costume portarsi dietro il proprio cibo pronto da scaldare oppure crudo, chiedendo al griller di ultimarlo in cottura.
AVERE VEGETARIANI AD UNA GRIGLIATA
C’è però anche l’altro lato della medaglia. Il griller di fatto è un cuoco outdoor ed il cuoco ha come mission di cucinare per la soddisfazione dei propri ospiti (che siano paganti o meno, non è questo il punto). Se hai invitato un amico o un conoscente vegetariano alla tua tavola, le sue esigenze valgono come quelle di chiunque altro. Stante che concordo sul fatto che sarebbe complicato prevedere un intero menù a parte, questo non toglie che forse è lecito ambire ad un grado di soddisfazione superiore a “per i vegetariani c’è l’insalata”. Avere cura dei propri ospiti significa identificare un piatto che ci si aspetta possano gradire e stupirli piacevolmente. E con un minimo di ricerca e di fantasia, di piatti interessanti compatibili con il vegetarianismo ce ne sono molti, basta un po’ di buona volontà. E se anche non ci si volesse sbilanciare verso particolari ardimenti gastronomici, nell’ampio ambito della cottura delle verdure in griglia, ci si può sbizzarrire ben oltre delle patate o delle zucchine.
Discorso un po’ diverso è quello relativo ai vegani. Oggettivamente qui è un po’ più tosta e realizzare davvero un piatto vegano in griglia significa di fatto fare avanguardia in cucina, sicuramente roba da ristorante avanzato. Ci si deve quindi quasi obbligatoriamente rivolgere ai prodotti confezionati che replicano per consistenza gli ingredienti animali “veri”. Questo però non significa non dedicargli la giusta attenzione. Se hai un ospite vegano sforzati di sfoderare le skills che hai imparato qui, per cercare di capire come ricavare il meglio anche da quella materia prima, ottenendo una cottura che davvero rappresenti un valore aggiunto. Non ti limitare inoltre a sbattergliela davanti: costruiscici sopra un piatto completo, con contorno e magari una salsa fresca in accompagnamento. Dimostra quanto sei bravo anche li, non farlo percepire come un fastidio.
Infine proprio in quanto eccezione al tuo menù, che inevitabilmente distoglie la tua attenzione dalla preparazione dei piatti portanti della giornata, ti consiglio di preparare il piatto come primo o tra i primi ad essere servito. Il tuo ospite si sentirà considerato e per te logisticamente risulterà molto più comodo, liberandoti tempo per tutto il resto.


